Ambrogio Lorenzetti: mostra a Santa Maria della Scala – Siena

A Siena una mostra dedicata a Ambrogio Lorenzetti: uno dei più grandi pittori europei del XIV secolo, però finora poco conosciuto.

La mostra, allestita presso il polo museale di Santa Maria della Scala, ha aperto le sue porte il 22 Ottobre 2017. Avrebbe dovuto terminare il 2 Gennaio, ma grazie al forte interesse da parte del pubblico è stata prorogata fino all’8 Aprile.

La mostra offre la possibilità di conoscere e ammirare non solo le opere che il pittore senese ha dipinto per la sua città, ma anche dipinti conservati nei più importanti musei del mondo: il Musée du Louvre, la National Gallery di Londra, dalle Gallerie degli Uffizi e Musei Vaticani.

Ambrogio Lorenzetti e la Siena del Trecento

Per conoscere un artista è importante collocarlo in un contesto storico: le opere di Ambroglio Lorenzetti sono profondamente connesse con la Siena di metà Trecento. Una Siena che assume il fascino che possiamo ancora ammirare oggi passeggiando tra le vie del centro storico.

I momenti principali della costruzione dello spazio urbano di Siena sono: il 1297 con l’inizio dei lavori di costruzione del Palazzo Comunale e infine il 1323-1324 con la costruzione di una nuova cinta muraria. La cinta inglobava il nuovo quartiere denominato Borgo nuovo di Santa Maria e rendeva il Campo, cioè l’odierna piazza del Campo, e il Palazzo Pubblico il nuovo baricentro dello spazio urbano.

Così Siena, nei primi decenni del Trecento, era un cantiere in continua evoluzione. Però la vita sociale e politica della città manifestava già quelle contraddizioni che si sarebbero presentate con la grave crisi finanziaria internazionale. Una crisi che avrebbe colpito molte delle società finanziarie senesi.

A partire dagli anni dieci del Trecento si era manifestato il malcontento verso il governo dei Nove: il ceto medio mercantile di orientamento filopapale che resse la città tra 1297 e 1355.

I membri del governo dei Nove mantennero a lungo il loro potere. Ottennero ciò stringendo alleanze e legami di parentela o clientelari con i ceti dei magnati-banchieri e mediando con il vasto mondo degli artigiani.

Ad Ambrogio Lorenzetti fu affidato il compito di rappresentare i principi della politica dei Nove, con la decorazione della sala del Palazzo Pubblico in cui i Nove stessi si riunivano.

La raprresentazione della Madonna nell’arte di Abrogio Lorenzetti

Tra le opere esposte si trovano anche molte rappresentazione della Vergine, tutte molto diverse tra di loro.

Madonna di Vico l’Abate

Una delle prime opere di Anbrogio è la Madonna col Bambino in trono, situata nel Museo di Arte Sacra di San Casciano Val di Pesa. L’opera del 1319, rappresenta Maria seduta su un trono finemente decorato e con in braccio il Bambino. Il dinamismo del Bambino sorprende in relazione con l’austerità della madre.

La Madonna del Latte

Di qualche anno successivo è la Madonna del Latte, conservata presso il Museo Diocesano di Siena. Questa nuova raffigurazione della Madonna con il Bambino sorprende per un naturalismo non solo dell’inquieto infante, ma anche della figura della Vergine.

La Maestà di Massa Marittina

È una delle tre grandi Maestá di Abrogio Lorenzetti. Ha una composizione piramidale che cultima nella Madonna con il Bambino che siede su un cuscino sorretto da angeli. La particolarità dell’opera di Ambrogio non è solo l’eleganza della composizione, ma anche l’estremo naturalismo delle figure. Testimone di ciò, per esempio, è lo splendido particolare del tenero bacio fra Madre e Figlio. I due personaggi non distolgono lo sguardo, ma si guardano invece amorevolmente negli occhi.

La Madonna del Louvre

Fino alla seconda metà degli anni ’90 il dipinto si trovava, completamente ignorato, in una collezione francese, prima che il grande museo parigino lo acquistasse nel 1998.

Rispetto alle altre raffigurazioni, quest’opera è caratterizzata da una maggiore austerità da un punto di vista estetico, oltre che da riferimenti più marcati al destino che attende il Bambino. Il primo riferimento, per esempio, si trova sulla sommità della tavola con una raffigurazione della crocifissione di Cristo.  Inoltre il Bambino è raffigurato nell’atto di addentare un fico. All’epoca il fico era ritenuto il frutto proibito che Adamo ed Eva strapparono dall’Albergo della Conoscenza, rompendo il patto con Dio.

La Maestà della Loggia del Palazzo Pubblico di Siena

Rispetto alle altre rappresentazioni della Vergine, l’affresco ha riferimenti puramente politici. Commissionato dal Governo dei Nove, la Maestà fu realizzata nel 1340. Le figure della Madonna e del Bambino sono le uniche sopravvissute di una raffigurazione più ampia, dal forte carattere civico-politico. Infatti parte della rappresentazione andò perduta a causa dell’esposizione agli agenti atmosferici e alle copiose infiltrazioni d’acqua che coinvolsero l’affresco nell’Ottocento.

Nonostante lo stato di conservazione dell’opera è possibile trarre alcune conclusione a livello iconografico. Sicuramente la raffigurazione ha un intento politico. Infatti, come ha sostenuto la storica dell’arte Maria Monica Donato, la Madonna viene elevata in questo affresco a vera e propria Sovrana di Siena. Inoltre ciò che stupisce è il dialogo fra l’impostazione super-monumentale dei personaggi sacri e un naturalismo che si manifesta nella tramatura sottile e morbida degli incarnati.

La Madonna delle Serre di Rapolano

Datata tra il 1342 e il 1344, questa Madonna con il Bambino presenta alcune delle caratteristiche tipiche del tardo stile di Ambrogio Lorenzetti, infatti il volto, dalla fisionomia affilata, si apparenta a quelli dei personaggi che popolano gli affreschi del Buon Governo (realizzati nel 1338).