La gabbia – Imparare ad osservare prima di disegnare

La gabbia del disegno

Ho iniziato ad usare matite e pennarelli da quando sono piccola, con la fantasia libera di un bambino di 4/5 anni. Trascorrevo le giornate a disegnare e a copiare ciò che vedevo. Le colline verdi, gli alberi, i fiori con il sole sull’angolo del foglio,… Disegnavo tutta la natura che mi circondava nelle mie colline delle Langhe.

Crescendo ho voluto approfondire questa mia passione del disegno. Inizialmente come autodidatta, leggendo libri e manuali, per perfezionare la mia tecnica del disegno. La mia esperienza da autodidatta mi ha un po’ deluso semplicemente perché mi veniva detto di “Disegnare ciò che vedevo” oppure di usare la famosa griglia o come la chiamo io ‘La gabbia del disegno’. In poche parole dovevo mettermi davanti a un modello, ad un calco in gesso o ad una fotografia e copiarla.

I metodi? Gli insegnamenti? I suggerimenti?

Forse non esistevano… Ciò che bisogna fare per disegnare bene è tirare fuori il proprio talento naturale venuto da chissà dove. E se una persona non è portata… Non è portata. Non può progredire, non può migliorare.

Ho pensato a questo fino a quando non ho conosciuto Carlo Forte e frequentato Atelier di pittura dell’artista María José Glez Marrero (Maijo): Taller de Maijo. Grazie a Carlo e a María José ho scoperto che i corsi di disegno non sono solo dei luoghi dove esibirsi, nel caso si sia già bravi naturalmente, e luoghi dai quali scappare nel caso non si sia bravi abbastanza.

Ho imparato che non è vero che gli unici metodi sono il disegnare ciò che vedi e la griglia. Il primo è un sistema inesatto, grossolano che non vuol dire niente. E il secondo è un modo che ti imprigiona: riproduci un pezzo di un puzzle, senza permetterti di essere libera e presente in quello che stai facendo.

Grazie a Carlo e a María José ho scoperto le bellezza di osservare ciò che mi circonda: i colori, le forme, la luce prima ancora di posare la matita sul foglio.

Imparare a osservare prima di Disegnare.